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venerdì 30 giugno 2017

Recensione: La forza della Ragione, di Oriana Fallaci


Titolo: La Forza della Ragione
Autore: Oriana Fallaci
Editore: BUR Rizzoli
Anno: 2004
Prezzo: 10 €
Num. pagine: 308
ISBN:978-88-17-03500-2
Trama:
Dopo “La Rabbia e l’Orgoglio”, dato alla luce nel 2001 in seguito al tragico attentato alle Torri Gemelle, Oriana riprende a parlare e a far parlare. Riprende il discorso da dove l’ha interrotto, facendo leva stavolta non sui sentimenti freschi dell’orgoglio nazionale, dell’indignazione per quanto appena accaduto; ma sulla riflessione lucida e analitica. Sulla forza della ragione.
Riportando dati crudi, raggelanti dichiarazioni dall’Islam, cerca di aprire gli occhi agli Occidentali, stimolarli ad avere una reazione, più che ad accettare una placida sottomissione.
Recensione:
Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identità e rifiuta d’integrarsi come i mussulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l’integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le Sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: “Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L’amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell’indipendenza, dell’egemonia, mirano a sormontarci. E l’Islam sormonta. Non si fa sormontare”. Oppure questa: “Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combatteteli con qualsiasi sorta di tranelli”.
Fosse per me v’incollerei qui l’intero libro, perché affronta un concetto troppo esteso, pericoloso e grande per restringerlo in una striminzita paginetta che in due minuti viene digerita, smaltita e gettata via.
Sorvolerò la parte in cui Oriana risponde agli insulti e alle critiche, sorvolerò l’illustrazione del quadro storico passato che comunque torce le budella: non è divertente leggere delle loro gesta per “convertire”; specialmente quando ella racconta della chiesa di Santa Sofia e di come chiazzata di sangue è divenuta moschea. Perché io pensavo quasi che fossero arrivati in una chiesa vuota e avessero rimosso due cose per piazzarci le loro; beh, non è stato affatto così. Non è stato un pacifico trasloco.
Il lettore si ritrova a seguire l’itinerario di una triste partita a Risiko, in cui la propria civiltà viene brutalmente o talvolta tramite metodi pseudocivili rimpiazzata da quella islamica. E spesso ciò che terrorizza, inquieta più di tutto gli animi, sono le stesse parole delle personalità carismatiche mussulmane che loro buttano lì tranquillamente nelle interviste alla tv, senza che nessuno dica: “Un attimo: io a casa tua non vengo a rimpiazzare la tua cultura con la mia!"
Sbugiardando chi sostiene che il terrorismo islamico  è una frangia impazzita e che quindi non bisogna confondere i Bin Laden col popolo mussulmano, quest’ Aisha nata a Milano non a Kabul e cresciuta in Italia non in Afghanistan aggiunse infatti che Bin Laden agiva per conto e volere della Umma ossia del popolo mussulmano. Che per questo il popolo mussulmano lo amava, lo ammirava, come lei lo giudicava un fratello. (…) Sempre confermando ciò che dico io, ammise inoltre che i figli di Allah vogliono sottometterci. Conquistarci. Che per conquistarci non hanno bisogno di polverizzare i nostri grattacieli o i nostri monumenti: gli basta la nostra debolezza e la loro prolificità…
Parole che lasciano attoniti, che affermano che loro pacificamente ci invaderanno tramite nascite esponenziali.Che piano piano diffonderanno i loro valori in nome della libertà di culto, che però si fa sempre più unilaterale. In modo che un islamico può sminuire la fede di un europeo, ma questo non può contraccambiare se non rischiando grosso in tutti i sensi.
L’eretica dei nostri tempi ci mette al corrente delle manovre europee per venire incontro all’islamismo, delle Bozze d’Intesa che nessuno conosce e che barattano crocifissi e chiese in cambio di minareti, che vincolano il cittadino europeo al rispetto loro, ma nel contempo non lo tutela nello stesso modo. Lei ci mette in guardia, dicendo: “attenzione, che la mentalità che si portano dietro è colonialistica, non di convivenza pacifica e rispetto reciproco”.
Esiste un’organizzazione detta <<Parlamento Mussulmano>>, in Inghilterra, il cui primo scopo consiste nel ricordare agli immigrati che non sono tenuti a rispettare le leggi inglesi. <<Per un mussulmano il rispetto delle leggi in vigore nel paese che lo ospita è facoltativo. Un mussulmano deve obbedire alla Sharia e basta>> dice la sua Carta Costitutiva. (…) Vuole uno Stato che consenta di legalizzare la poligamia, sostituire il divorzio col ripudio, abolire la promiscuità dei sessi non solo nelle scuole ma anche nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto. 

E poi c’è il fattore Orwell: quel quadro allucinante di rivelazioni in cui sembra specchiarsi 1984. Escono fuori termini come “Eurabia”, che fa tanto “Eurasia”: l’amichetta dell’ “Estasia” e “Oceania” del celebre libro. Ci sono proposte di “riscrittura della storia”, in modo che venga studiata attribuendo tutti i meriti delle scoperte (compreso Illuminismo e Dolce Stil Novo) agli arabi.
Oriana (ormai dopo 5 libri letti mi viene da chiamarla per nome: come un’amica) ci illustra per filo e per segno la nuova Triplice Alleanza in Italia, composta da Destra, Sinistra e Chiesa Cattolica, che insieme giornalmente permettono a quest’invasione di fare il suo corso, tutelando tutti fuorché  i cittadini.
Oriana dice e spiega tante cose, ma tra le più agghiaccianti vi è il tentativo di traghettare l’infibulazione: quella pratica che non serve che v’illustri in cosa consiste, che un sacco di associazioni s’impegnano per portar via dai luoghi originari e che invece il Presidente dell’Ordine dei Medici della Toscana difende nella stessa Italia quando gli viene proposto di legalizzare una versione soft della stessa. Per la precisione risponde questo:
<<I problemi deontologici vanno messi da parte onde rispettare questo rito antichissimo. Personalmente sono favorevole a che il progetto del collega somalo vada in porto>>.

Avrei potuto aggiungere molto di più, ma probabilmente mi sarei solo persa in meandri sconosciuti. Non serve che io riporti un intero libro, se poi tutti si sentono appagati così e nessuno lo legge davvero. Va seguito con attenzione e spirito critico.
Ciò che ho apprezzato di più di questo, è che apparentemente potrebbe sembrare un inno alla disgrazia, un monito privo di misericordia; ma non lo è.  A parer mio invita semplicemente tutti a ricordarci chi siamo, da dove veniamo e che anche noi meritiamo di difendere la nostra identità. Che dovremmo renderci conto di quanto sia necessario il rispetto reciproco e non unilaterale per una convivenza civile.
E ricordarlo non solo a noi.
Il “saggio” malgrado gli spiacevoli avvertimenti, si conclude con uno sprazzo di ottimismo che lei trova l’anno stesso della caduta delle torri, guardando gli americani scesi a Times Square per festeggiare il capodanno: americani orgogliosi di esserlo, che nonostante le misure antiterrorismo ricostruiscono la speranza e non hanno paura.
Più che un incitamento all’odio è da definirsi un inno al coraggio, alla presa di coscienza. Coraggio che in qualche modo si è riversato in siti come 
thankyouoriana e simili. Un coraggio che non può tradursi in silenzio.
Vi saluto con un’ultima citazione, che non guasta mai.
Il declino dell’intelligenza è declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. (…) Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l’arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione.


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