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mercoledì 23 settembre 2015

Martina.

Martina di tutto aveva bisogno, meno che ve la raccontasse un corvo come me. Era capace benissimo da sola di presentarsi per quello che era. Con i colori giusti, quelli che nemmeno conosco.
Però è riuscita nel mio grigiore a farmi vedere l'arcobaleno e non posso che ringraziarla ogni giorno di essere esistita.
Era forte e fragile come solo le persone ipersensibili sanno fare e guardava sempre il mondo con i suoi occhi, non con gli occhi degli altri come spesso si fa per pigrizia, cattiveria o ignoranza. Si prendeva il suo tempo per metabolizzare l'ambiente circostante, lo mescolava alla sua anima e ne tirava fuori la sua arte, la meraviglia più assoluta. 
Perché lei aveva un'anima davvero bella. Trasparente che ci potevi guardare il sole attraverso.
Lei aveva uno sguardo diverso e se cercavi di convincerla che il mondo fa schifo non ti ascoltava nemmeno: aveva inghiottito così tanto dolore per convertirlo in pace interiore, che quella certezza non potevi più portargliela via.

Ci sono persone che pensano che le perdite vadano cancellate dalla memoria, che un bel colpo di cancellino risolva il grande mistero della morte. 
La morte è una mia vecchia amica. Talvolta la porto nel cuore anche se non ci ho avuto mai a che fare davvero, faccia a faccia. Non so descrivervelo, ma è come se la conoscessi da una vita, col gelo che porta e quella solitudine affannosa e fredda, che ti toglie le forze. Ti smorza il respiro, la morte che ti passa attraverso la pelle e si fa conoscere.
Conosco così tanto la morte -è probabilmente l'unico concetto che rimugino e metabolizzo da quando son nata- che sono certa che, ogni volta che cercate di dimenticare qualcuno, lei sta già aprendo le sue fauci marce in un ghigno.
Perché la morte perde solo se le persone vivono per sempre. Se le cancelliamo, muoiono due volte e la seconda morte è la peggiore.
Forse è per questa mia unica filosofia che son stata in grado di sviluppare, l'unica sulla quale ho investito energie, che Martina continua ad esserci per me.
Perché una ragazza di 26 anni non muore, se tu non lavi la lavagna.
La sua energia, i suoi video, le sue foto impareggiabili. Nulla deve cadere nell'oblio. 
Nulla. Io non gliela do vinta alla signora con le fauci, la falce e il ghigno marcio.
Martina lo sa, come mi saluta ogni mattina e come io ogni volta ricambio il saluto; come m'incoraggia ancora dicendomi di non avere paura, che ci sarà il sole e andrà tutto bene, nonostante troppe volte mi sia estranea la speranza.
L'altro giorno mi è venuta in mente perché ripassavo delle canzoni da cantare. Mi dispiace non averle mai insegnato un po' di tecnica, perché ci teneva e di solito mantengo sempre le promesse. Un po' non ho fiducia in me come insegnante e un po' ci siamo sentite poco e questa cosa è scivolata in maniera triste. Ma sono sicura che adesso con la sua bellissima voce stia cantando lo stesso e che abbia cacciato via persino le nuvole che portano pioggia. Facendo uscire la luce. Come quella che ha regalato sempre a tutti donandosi in immagini, parole, emozioni.

Voglio lasciarvi qualcosa, appunto perché lei sapeva parlare di sé meglio di come lo avrei fatto io.

Il suo canale Youtube

I suoi blog:

Alcune delle sue innumerevoli e bellissime foto
















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